Il mio Pasolini

Il mio Pasolini è in questo video qui (VIDEO). Un frammento di un’intervista realizzata nel 1974 dalla Rai, in cui il Maestro corsaro spiega i motivi per cui non viviamo in una società felice.

Non c’è più famiglia. Non c’è più umanesimo. Non c’è più uno scopo da perseguire. Non c’è più un senso da promuovere. Non c’è più una verità da svelare. Tutto è misurato sui criteri di funzionalità ed efficienza. Si viene valutati solo ed esclusivamente in termini di utilità, di produzione.

Questi sono i contenuti espressi da Pasolini, tanto esaltanti quanto drammaticamente attuali, sebbene non siano la cosa che più mi interessa del filmato.

Sono attratto dai particolari, dai contesti, dai modi di cinquant’anni fa.

Hai notato anche tu?

In questa intervista si parla uno alla volta. Nessuno si sovrappone. C’è un silenzio assordante, perché l’unico rumore è quello della voce della persona a cui è stata posta la domanda.

Niente applausi, niente musica, niente interruzioni.

Si esprimono tesi argomentate, dimostrate. Si analizza un problema e lo si studia in profondità.

Qui la televisione è informazione. Accetta di essere un mezzo con finalità di carattere morale. Si propone elemento utile per la formazione di una società civile.

Oggi tutto è cambiato. E cambiamento non è sinonimo di miglioramento. A comandare sono i tempi, troppo rapidi per poter sviluppare un ragionamento complesso. Si ragiona per slogan, si propongono soluzioni semplici per risolvere problemi complessi. Perché così è più facile, è più comodo.

La televisione è ormai passatempo. E’ il luogo in cui ti rifugi la sera, quando arrivi stanco morto per lo sforzo e la rapidità di cui sei stato ostaggio durante la giornata. Allora accendi, ed entri nel tunnel della banalità: Grande Fratello, Ballando con le stelle, Uomini e Donne… Quando vuoi esagerare per misurarti con l’attualità ci sono le sfere di Barbara D’Urso. Oppure c’è Mario Giordano, quello dalla parte del cittadino ma con il portafoglio pieno per aver urlato “Donaaaato!” mentre gira in studio con un monopattino.

Quella che ti potrà sembrare una banalità, un simpatico show per fare audience, si è tradotta nel tempo in una società ignorante, che non sa più approfondire. Che non sa più riconoscere il giusto dallo sbagliato, il vero dal falso, il buono dal cattivo. Tutto è semplificato e non c’è più spazio per il ragionamento. Eccolo qui il terreno fertile per i complottisti, per i violenti e per i diffamatori.

Pasolini ti ha avvertito, con mezzo secolo d’anticipo, ma non l’hai voluto ascoltare.

Questo è il mio Pasolini, l’anticipatore di una distopia diventata realtà. L’intellettuale soggetto di una dialettica educata, che non viene etichettata come ipocrisia. Il maestro che messo di fronte a qualcosa che non conosce ha il coraggio di rispondere “non lo so” , perché parla solo se informato, con cognizione di causa.

Ora non si torna più indietro. La macchina del consumo, e della conseguente regressione del pensiero, ha percorso infinità di kilometri ed è ormai tardi per fermarla definitivamente. Il serbatoio è ancora troppo pieno, le gomme ancora troppo nuove.

Ma, a dirla tutta, una possibilità c’è. Perché ricorda che in tutto quello che fai e che pensi, sei tu l’oggetto del contendere. Sei tu che decidi se e come informarti. Sei tu che decidi cosa guardare la sera. Sei tu che decidi se e cosa leggere. Sei tu che decidi se e cosa votare.

La tua decisione, consapevole e ragionata, è l’unica via d’uscita per incanalare valori che saranno alla base del futuro.


Il video a cui mi riferisco nel testo lo trovate qui https://www.youtube.com/watch?v=63OanLaSZRU